E dire che Paolo Grando, il patron, le ostriche neppure le mangiava. Poi le ha assaggiate, gli sono piaciute e ha cominciato a cercarle dove sono davvero speciali, a partire dalla Normandia. Fino a diventare una specie di ambasciatore e a offrirle nella sua Enoteca, assieme a golosissimi piattini, in questo borgo medioevale si piedi delle Dolomiti. Qui, in sei anni, partendo da zero, ha costruito un piccolo tempio del buon cibo e del buon vino, dove le Dolomiti occupano non solo lo sguardo ma sono sempre in prima fila anche nelle proposte (burro, formaggi, salume, pane) e nelle bottiglie. C’è moltissimo Champagne in carta, certo, ma pure una bella sfilza di vignaioli eroici di montagna, qui ben valorizzati.